martedì 1 dicembre 2015

"VUOLSI COSI' COLA' DOVE SI PUOTE...."

Parliamo di Divina Commedia, oggi. Alla luce delle rivelazioni di Ivo Scracchi-Verdi, noto alcolizzato poeta e letterato contemporaneo versiliese, dopo una attenta rilettura dell' imponente testo letterario medievale che rappresenta il capolavoro italiano per antonomasia, ci sono nuovi elementi di verità che devono essere doverosamente integrati e portati all' attenzione di tutti gli appassionati di settore.
Prima di dedicarsi per l' ennesima rilettura analitica delle terzine più significative dei primi canti, il poeta Scracchi-Verdi ha cercato ispirazione mediante il significativo e nonchè indispensabile aiuto di una damigiana da 50 litri di Lambrusco che, come noto, migliora le facoltà cerebrali ed affina lo spirito critico.
Ed ecco in fine la tanto attesa perla, la rivelazione più interessante di tanta meditazione alcolica letteraria:
Uno dei versi più celebri della Divina Commedia è, come noto, quello  del III Canto dell' Inferno "Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare!". Niente di più falso e fuorviante. Un falso storico incredibile, un equivoco madornale.
In realtà, grazie all' aiuto del noto ubriacone accademico di cui sopra, pare che la corretta ed autentica versione originale del testo dantesco riporti la seguente forma:
"Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non scorreggiare!" e fosse rivolto da Virgilio all' indirizzo di Dante, dopo l' ennesima disgustosa flatulenza emanata dal poeta, che si stava cacando addosso dalla paura, alla vista delle creature infernali attorno a sè.

Nessun commento:

Posta un commento