mercoledì 31 ottobre 2012

NOSTALGIA

Ora come ora mi accorgo che solamente una cosa mi accompagna fin dalla nascita. Non si tratta di un effimero e fantasioso angelo custode teorizzato dai voli pindarici della religione cattolica, e nemmeno di altre entità partorite da fantasie analoghe. Niente di tutto ciò. Si tratta piuttosto di una "creatura" tanto astratta nella sua essenza quanto forte e concreta nei suoi effetti sulla mia corporeità, nella mia massa. Una maniera sicuramente bizzarra ma sicuramente efficace per rendere l' idea riguardo la sempre presente NOSTALGIA con la quale convivo abbondantemente prima di avere conosciuto mia moglie e di avere fondato la mia famiglia; una specie di gemello/a con la quale sono cresciuto mio malgrado e che nemmeno nei miei momenti più belli e felici si è allontanata più di tanto. Destini ineluttabili. Sorde roboeranze di esistenze che si rifiutano di abbandonare il proprio tempo senza che ad esso si possa apporre il proprio marchio, la propria idea ed il senso che si voglia attribuire in merito alla propria temporanea presenza in questo pianeta.
Cordialmente, Ray

martedì 30 ottobre 2012

ELOGIO DELLA CULTURA (VERA)

 La mia pur minima e modestissima formazione culturale, non è basata sullo studio dei classici dei grandi della letteratura e delle altre materie umanistiche, bensì sull' ascolto e sul recepimento di vecchi e saggi discorsi di tutti i giorni che ho avuto la fortuna di ascoltare ai tempi dell' infanzia, da parte di quei vecchi contadini che abitavano vicino casa mia. A quei tempi ( si parla degli inizi degli anni '80) vivevo a Capezzano Monte, ridente e paradisiaca frazioncina sulle colline versiliesi e la mia routine quotidiana non poteva prescindere dalla visione, nel tardo pomeriggio, dei pochissimi cartoni animati trasmessi sulle reti locali dell' epoca. Ma prima di sedermi davanti a quella scalcagnata televisione (in bianco e nero, altro che alta definizione o televisori al plasma!) in attesa dell' Ape Maia, di Remì o di Mazinga, ogni giorno trascorrevo almeno un' oretta in compagnia di quegli adorabili anziani contadini che viveno nella casetta immediatamente a valle della mia abitazione, una cinquantina di metri più in basso lungo la via che portava nel cuore del paesino. E mentre il caro e compianto Osvaldo tornava dall' osteria a bordo del suo mitico "Galletto" (la moto Guzzi!) e mi salutava con una carezza sulla testolina, sua suocera Iole mi parlava del più e del meno, commentando con la saggezza della sua veneranda età le vicende che avvenivano in paese, e non solo.
E' vero, la lontananza da altre famiglie con bambini con cui giocare (dall' altra parte del paese, mezz'ora di strada in salita tra andare e tornare!) non mi lasciava moltissime alternative di scelta, ma devo ammettere con estrema sincerità che tale mancanza non mi affliggeva più di tanto, in quanto adoravo come non mai quei simpatici e straordinari anziani.La cosa che più mi affascinava era la possibilità di attingere alla immensa fonte di conoscenza rappresentata da quei compendi viventi di vita vissuta, enciclopedie organiche e senzienti in grado di decodificare ogni evento della vita, sintetizzarlo e renderlo assimilabile perfino per la giovane, acerba mente di un fanciullino. Poi, il fatto che la Iole mi regalasse di tanto in tanto qualche succosa caramella gommosa come gradito omaggio per la mia compagnia, non guastava di certo... Ma non era la ragione principale che giustificava la mia presenza lì. A quei tempi avrei potuto fare il giro di Capezzano e, contando sul fatto che più o meno tutte le donne del paese ti ragalavano volentieri una o più caramelle, sicuramente sarei tornato a casa con almeno due quintali di dolcetti.
La vera essenziale ragione del mio "stage" quotidiano a casa dei miei amici vecchietti era la sete quotidiana di sapere, quell' avido desiderio di abbeverarsi alla fonte della saggezza intesa come virtù suprema e nessuno come loro avrebbe mai più incarnato la sublimazione di tale virtù. Persone magnifiche che, ai loro tempi, non avevano raggiunto nemmeno la licenza elementare, e che tuttavia sapevano e conoscevano le realtà della vita di tutti i giorni, più e meglio di milioni di filosofi univeritari dei nostri tempi. Decine e decine di proverbi e moti di saggezza che hanno forgiato l' essenza della mia anima e che sottendono i principi che muovono ogni mia azione... Ecco, queste poche righe sono il mio tributo a questi immensi giganti della mia infanzia, che tengo vivi nel mio cuore provando, come sempre, a mettere in opera i loro insegnamenti applicandoli nella mia routine quotidiana. Ovviamente, se sapessero come si sarebbe trasformato il mondo in peggio, diventando una sorta di incubo ad occhi aperti, a quest' ora si rivolterebbero nelle loro tombe e comincerebbero a ballare il Moowolking di Michael Jackson dal disgusto, ma questa è tutta un' altra storia....