martedì 31 gennaio 2017

QUALCHE ANNO FA (SOME YEARS AGO)

No, non mi mancano alcuni burocrati della Croce Rossa Italiana, non mi mancano per niente... 
Non provo nessuna nostalgia per certa gente. Mi mancano i volontari che lavorano sul campo, non certo quelli che indossano una divisa per sentirsi dei Rambo senza un minimo di coscienza...



GRAZIE DEL VOSTRO AFFETTO

Non posso sottrarmi - ed anzi, lo faccio molto volentieri - dal ringraziare calorosamente e con immensa gratitudine tutti coloro i quali continuano a farmi sentire il proprio affetto e la propria vicinanza. Grazie, anime belle.


CODA MALINCONICA E BANALE

Oggi mi prendo una libertà particolare, ovvero quello di essere più banale del solito.
Questo perchè, mentre proprio in questo momento sto mettendo in ordine la casa come avviene tutti i giorni della mia routine quotidiana, non riesco a tenere a freno la mente. E, pensando in continuazione, i pensieri tristi e malinconici che vanno a sbattermi in faccia il momento della telefonata (quasi una settimana fa) che mi avvisava della morte di mia madre.
Cosa c' è di strano e banale? Semplice, il fatto che quando ti dicono "sua madre è deceduta" realizzi in quell' istante che la guerra è finita, e nel modo peggiore.
Quello stesso auspicio del "finchè c'è vita, c'è speranza", va a sintetizzarsi nella maniera peggiore.
Perchè prima che la parola "deceduta" uccida le tue stesse speranze minime, tu pensi a tutte le sfumature possibili ed infinitesimali di peggioramento, ma presupponi ottimisticamente che giunga sempre il momento della riscossa.
Purtroppo in questo mondo i buoni non vincono quasi mai.

UN INVITO ALLA CLASSE IMPRENDITORIALE LOMBARDA

Stamattina, mentre stavo accompagnando la mia compagna al lavoro come al solito, una nostra amica ci ha telefonato perchè era rimasta in panne con la propria vettura ed aveva necessità di un passaggio.
Dopo averla recuperata e riportata a casa, ho scambiato due chiacchiere con lei e l' amarezza in me ha avuto un' esplosione pari a quella di una fuga di gas che si sia incendiata.
Questo perchè anche lei, venticinquenne originaria di una città della Calabria e trapiantata da pochi anni nel Nord Italia, si è ritrovata suo malgrado schiava dei soliti meccanismi di lavoro nero, voucher truccati, imprenditori disonesti e tutta quella spazzatura che io stesso ho conosciuto in prima persona.
Pur lavorando in un settore teoricamente attivo come quello della ristorazione (lei ha lavorato sempre come barista o cameriera), lo spettro della disoccupazione e la realtà della schiavitù e dello sfruttamento - inteso come stipendio bassissimo a fronte di quantità assurde di ore di lavoro straordinario mai pagati - sempre di fronte come nemico.
Questa è la "locomotiva d' Italia"? La civile e fiorente (???) Lombardia?
Ma va da via 'l chiù! MERDE UMANE !!!!

lunedì 30 gennaio 2017

CERCANDO LAVORO IN ITALIA...

No, la Lombardia non è quella regione ricca di occasioni lavoro che sembra da lontano, osservandola dietro le notizie false e approssimative dei media. Ve lo garantisco io.


I RICCHI VIVONO MEGLIO DEI POVERI

Secondo una brillante ricerca eseguita dalla facoltà di Matematica Sotto Effetto della Grappa dell' Università di Montignoso (MS), sembrerebbe che il 10% della popolazione italiana - che detiene il 50% della ricchezza totale, intesa come beni immobili, mobili e servizi - viva meglio dei poveri.
Incredibilmente, non fare un cazzo dalla mattina alla sera e trascorrendo il tempo nel lusso potrebbe prolungare la propria longevità, andando beatamente nel culo alla gente normale.







BENVENUTI NEL CLUB

Buongiorno (una sega, si fa per dire e per forma civile di cortesia) a tutti voi, amici ed amiche...
Che l' inizio di settimana sia propizio a tutte le vostre iniziative, sia quelle oneste che quelle criminali. 
E se siete disoccupati e nella cupa disperazione di chi vede fallire ogni misero tentativo di reinserirsi nel mondo del lavoro onesto - vedendosi cestinare il proprio curriculum a ripetizione, nonostante i corsi di aggiornamento e riqualificazione professionale - il mio augurio è ancora più forte.
Benvenuti nel club, i posti qua non mancano di certo.

domenica 29 gennaio 2017

PERDERE LA FEDE

Buongiorno e Buona Domenica, amici ed amiche miei.
Ringrazio con tutto il cuore tutti quanti coloro mi sono stati vicini in questo momento di estremo dolore per la scomparsa di mia madre: l' abbraccio fisico e virtuale che ho ricevuto da tutto il mondo mi ha commosso ed aiutato a reggere l' ennesimo urto da parte di un destino piuttosto stronzo, come colui il quale che lo ha scritto.
Sono frequenti i momenti in cui mi lascio cadere in preda allo sconforto, perchè la tristezza è un' amica che mi segue fedelmente da tutta una vita.
Inutile che vi arrabbiate con me, per  questa malinconia che rasenta l' eccesso colposo di autocommiserazione. Non si tratta solo di avere perso la donna che mi ha dato la vita.
Lo so che vorreste sentire lo spirito del guerriero che si rialza per combattere con la foga e la rabbia di chi non si arrende mai e non si rassegna all' esito sfavorevole della battaglia.
Ma la somma micidiale ed assurda di tutto quello che è avvenuto ed avviene attorno a me mi sta massacrando oltre ogni immaginazione: scivolo rovinosamente lungo un burrone senza fine, con l' orrore di chi sa con estrema certezza che non troverà niente di buono al termine della propria caduta.
Lontananza fisica e geografica dalle mie figlie, disoccupazione e mancanza di prospettive concrete (a dispetto dei miei tentativi quotidiani ripetuti ed inimmaginabili), lutti devastanti a catena come la morte della mia nipotina Sofia (7 anni appena) e mia madre, appena passata oltre all' età di 66 anni.
Dolore che rimbomba e manda in risonanza ogni molecola del mio corpo, mi sento inutile come lo stoppino bruciato di una candela che ha consumato tutta la sua stessa cera nel corso della notte ed abbia spento la sua stessa fiamma annegandola, lasciandola senza respiro.
Boh, forse qualcosa migliorerà. Ma non ci credo più troppo.
Ho perso la mia fede già da tempo e non ci penso nemmeno a ricercarla.

venerdì 27 gennaio 2017

THE SHOW MUST GO ON

Chissà se la vita è un immenso teatro dove gli interpreti cambiano, gli spettacoli si succedono lungo una programmazione imprevedibile (e scritta dal destino) e gli attori scompaiono secondo una sceneggiatura che rappresenta parola per parola quella che sarà la loro vita.
Le quinte si spostano, gli attori cambiano (nascono, vivono e muoiono), ma il teatro rimane in tutta la sua imponenza.
"The show must go on", lo spettacolo deve andare avanti....

Fonte immagine: Wikipedia

NON E' FACILE

Non è stato facile per niente, ma proprio per niente.
Girare per le strade di Pietrasanta, recarsi al mercatino settimanale in Piazza dello Statuto (per acquistare un paio di leggins per la mia compagna che, nella fretta dei preparativi del viaggio, aveva dimenticato a casa a Osnago) e vedere con il cuore gonfio di dolore tutti quei luoghi che, qualche decina di anni fa, percorrevi a fianco di tua madre, che ti teneva per mano per non perderti nella folla, così piccolo ed indifeso.
Brutta sensazione, inevitabile. Ma anche se non fossi stato lì, in quel luogo pieno di ricordi, magari ci sarei giunto lo stesso con l' immaginazione ed i ricordi stessi.
Sono tanti quarant'anni di storia (quasi quarantuno, se il mio destino non ha piani diversi che mi impediscano di giungere vivo ai primi giorni del prossimo luglio), cominciati da quelle parti, per opera di una donna che mi ha donato la vita ed allevato fino alla maturità.
Lontana dalla sua terra natale (la Sicilia) - che amava visceralmente e dalla quale traeva da sempre quell' energia, quell' identità esistenziale che la contraddistingueva - proprio come ironicamente sono distante io stesso dalla terra Toscana dove sono vissuto fino a pochi mesi fa.
Eppure ha avuto comunque la forza di resistere e di mantenere unita la famiglia, con i suoi pregi ed i difetti caratteriali.
Non è stato facile nemmeno osservarla adagiata all' interno di una bara, seppure con i lineamenti distesi e rilassati di chi finalmente ha smesso di soffrire.
Così come è stato difficile convincere mia figlia Martina (9 anni) ad allontanarsi da lì, mentre gli inservienti stavano chiudendo la cassa per preparare il viaggio del funerale: voleva vedere sua nonna fino all' ultimo, tra le lacrime, e le ha consegnato una letterina da leggere e la raccomandazione di salutare ed abbracciare tutti quanti sono già partiti per il cielo, a cominciare dall' adorata cuginetta Sofia.
No, non è stato facile.
Così come evitare di urlare la rabbia ed il dolore alle vuote parole di una messa religiosa che, arrivato a questo punto della mia vita, è diventata solo una vuota manifestazione folkloristica e formale.
Innegabile pure la difficoltà nel vedere calare giù la bara nella fossa, osservando il faticoso lavoro degli operai del cimitero mentre sei sommerso di pensieri a ciclo continuo.
Nemmeno quella croce di legno - con infissa una targa che laconicamente riporta nome, cognome e date di nascita e morte - riesce a riportarti definitivamente alla realtà.
Perchè tu non sei più "fisicamente" e materialmente lì. No, non più.
Da adesso in poi ti ritrovi alla deriva in un oceano di tristezza, dolore e ricordi.
Ciao, Mamma.

martedì 24 gennaio 2017

IL PROPRIO HABITAT NATURALE

Nei giorni scorsi ho avuto l' opportunità di recarmi in Toscana a trovare le mie fanciulle e la mia cagnolina Scarlet.
Più di tre ore di treno sono ben poca cosa, sapendo che il premio dello strapazzo di tale viaggio sarà l' abbraccio d' amore delle tue amate figlie.
E ritrovarmi nel mio ambiente naturale, la Toscana, anche se per pochi giorni, è una gioia senza prezzo.........
















FINALMENTE INTERNET A CASA

Cari amici, è con grande soddisfazione che finalmente posso dirvi che adesso dispongo di una connessione internet stabile, grazie all' installazione del router di un noto provider (che si occupa di internet senza linea telefonica) nella casa della mia compagna! Gioia e gaudio!

venerdì 13 gennaio 2017

LISTE CATEGORIE PROTETTE UN CAZZO

Esistono liste di lavoratori che appartengono alle categorie protette che, teoricamente, dovrebbero essere assunti da aziende di medie dimensioni - superiori alle 15 o 16 unità - in cerca di figure professionali conformi alla loro ricerca.
Bene, questo solo in teoria.
Perchè nel mondo reale - e non si tratta solamente della mia esperienza personale ma bensì di una serie di riscontri con molte altre persone con tratti e percorsi lavorativi assai simili a quelli del sottoscritto - si realizza un mondo molto diverso: le aziende di cui sopra speculano alla grande sui lavoratori delle categorie deboli, e spesso e volentieri preferiscono pagare la sanzione (quella cui vanno incontro nel caso in cui non assumano il lavoratore invalido civile, dove previsto dalle normative vigenti) piuttosto che assumere il lavoratore invalido. Paradossi italiani. O, meglio, mentalità criminale di una certa classe di pseudo-imprenditori italici, che poi vanno a lamentarsi del resto del mondo invece di farsi un esame di coscienza.
Il fatto di appartenere alle liste delle categorie protette (art. 68) non vi assicura un posto al sole nemmeno quando affidate le vostre speranze alle note applicazioni per smartphone (sempre le solite, molte delle quali compaiono negli spot televisivi promettendo miracoli), provare per credere.
Ma che mondo di merda è diventato?
E poi senti pontificare in tv anche l' ultimo degli stronzi (che si atteggia a super-esperto del nulla) che l' Italia è ancora un paese ricco e pieno di opportunità... Per i criminali??????

A VOLTE FUNZIONA

Come detto nel post precedente, l' umore non è alle stelle ma provo a leggere qualche pagina...


giovedì 12 gennaio 2017

ADOLESCENZA

Non è facile essere adolescenti, questo lo ricordo bene.
Ci si sente intrappolati in una dimensione troppo stretta, la percezione di sè stessi è quella di essere giovani adulti incompresi, intrappolati in un mondo che sottovaluta i ragazzi e non tiene nella dovuta considerazione le loro parole, nè tanto meno le loro idee.
Ma nemmeno essere genitori è facile, figuriamoci quando i propri figli divengono adolescenti.
Si passa dall' altra parte della barricata, si viene costretti dal gioco delle parti a sembrare rivali naturali dei nostri stessi figli, quando in realtà a noi sembra illogico che essi non riescano a capire quali sforzi immani facciamo noi adulti per prepararli alle difficoltà del mondo.
I genitori vengono solitamente visti come dittatori senza un briciolo di umanità, dei tiranni che passano sopra ogni forma di diritto civile ogni qual volta le idee dei poveri adolescenti non vengano pienamente approvate.
Ci sono come sempre le dovute eccezioni, però si tratta per lo più di casi fortunati in cui gli attriti sono minimi, quasi inesistenti, e l' armonia prevale su tutto il resto. Ma è dura, durissima.
C' è un grande problema di comunicazione tra noi e loro.
E non sembra proprio destinato a risolversi con grande facilità.
Perchè, ora come ora, nel duro mondo crudele succede che molte volte il pianeta dei teen-agers debba confrontarsi con problemi aggiuntivi quali la separazione dei genitori, e questo diventa un casino di proporzioni immani: la colpa è sempre da ricondurre all' egoismo degli adulti (ed in questo caso è difficile dare torto ai ragazzi) e la comunicazione, se prima era piena di problemi e criticità, a questo punto diviene praticamente impossibile.
Capita purtroppo che tuo figlio/a ti veda quasi come un estraneo, che ti saluti controvoglia o che ti consideri con lo stesso entusiasmo che si dedicherebbe alla pulizia di una scarpa che abbia appena calpestato un escremento canino.
Certo, gli amici provano a mitigare la tua amarezza di genitore incompreso dicendoti che, prima o poi, crescendo, l' adolescente capirà tutte le situazioni che in questo momento non è in grado di capire.
Però, intanto, il genitore agonizza. Si nutre di amarezze e beve le proprie stesse lacrime amare.
Ma non c' è niente da fare, funziona così.


mercoledì 11 gennaio 2017

EVITATE GLI ANTIPATICI

Ci sono antipatie che non si possono spiegare facilmente, si possono solamente vivere nostro malgrado e cercare di mantenere i nervi saldi per evitare di litigare con la persona insopportabile che abbiamo di fronte. Quando questa, poi, cerca nonostante tutto di approfittare incautamente della nostra pazienza (ormai giunta pericolosamente al punto di rottura), è bene che cerchiamo di mantenere comunque il nostro self-control per tornare sui nostri passi (possibilmente) e interrompere il contatto con queste odiose creature.

lunedì 9 gennaio 2017

UN VECCHIO LAVORETTO, TANTA SODDISFAZIONE

Un altro vecchio lavoro, un personaggio modificato sulla base di un vecchio giocattolo, modificato e completamente riverniciato, della serie G.I.Joe modern era della Hasbro. Questo lo avevo preparato per un amico statunitense, venduto a suo tempo e spedito negli USA. Altezza 10 cm circa (3,75" scale).
Custom figure made for a US friend of mine, sold and shipped to United States several time ago.


BRRRR.... CHE FREDDO

Cazzo, se fa freddo!!!!
La temperatura è a -5° alle 9 del mattino! Guardate l' acqua del fiumiciattolo che scorre (o meglio, scorreva, prima di congelarsi) vicino alla stazione di Osnago!
Voglio tornare a vivere in Toscana!!!!!!!!


CONTRO LA VIOLENZA NEI CONFRONTI DELLE DONNE

Qua non c' è bisogno di commenti, tutto è abbastanza chiaro.
Pienamente dalla parte di chi difende i diritti delle donne e degli animali.
E fermamente contro chi esercita violenza e prepotenza nei confronti altrui.
Non bisogna scandalizzarsi ipocritamente solamente quando vengono proclamate le giornate "ufficiali" per celebrare le donne, i bambini, i disabili, i malati terminali o qualunque categoria di deboli ed indifesi.
E' un dovere morale che abbiamo sempre, ogni giorno ed in ogni istante.
Automatico come il battito cardiaco.
Che, non per niente, è il simbolo della vita.



sabato 7 gennaio 2017

UNA SUGGESTIONE: BREVE SALTO IMMAGINARIO NEL PASSATO

Provate a pensare intensamente ad un momento lontano nel tempo, molto lontano.
Adesso, mentalmente, provate a immaginarvi per qualche istante come se foste lì anche fisicamente, un po' come se il teletrasporto di Star Treck (incrociato con la macchina del tempo di fantascientifica letteratura).
Ecco, vi ritrovate sui banchi di scuola delle elementari – o in qualsiasi altro luogo vi abbia condotto la vostra stessa mente basandosi sul vostro vissuto personale – e vi guardate intorno. Il vostro corpo è fisiologicamente più fresco, la pelle meno rugosa e siete più tonici in ogni zona del corpo.
Ora viene il bello.
Provate, a questo punto, da quella posizione così indietro nello spazio-tempo, a immaginare tutte quelle cose che sarebbero poi realmente avvenute in seguito, e che si sarebbero realizzate inesorabilmente come poi il vostro destino aveva predisposto.
Ecco, da quella posizione del passato in cui vi siete immaginati, non avete avuto una sorta di sensazione del tipo “poverino, non sai cosa ti aspetta?” oppure “il bello deve ancora arrivare” ed altri riscontri del genere. 
La vostra posizione nei confronti del futuro è la stessa nella vostra suggestione a occhi aperti o nella vita reale?
Personalmente mi sono ritrovato pieno di perplessità, con una serie di sfumature che si confondono con la risposta reale partorite dalla mia stessa anima.
Una serie di dubbi infinitesimali - che si intrecciavano già a quell' epoca remota – adesso trovano più interrogativi che risposte.
Ecco, forse il risultato paradossale è proprio questo. La logica farebbe presupporre che, tanto più gli anni trascorrono in avanti sulla linea del tempo e tanto maggiore sarà il carico positivo di esperienza accumulata in virtù della quale si dovrebbero avere molte più risposte di prima.
Invece, a conti fatti, sembra quasi che avvenga il contrario.
Più gli anni passano e meno certezze sembrano concretizzarsi, o comunque si matura la convinzione che risposte assolute non si possano mai ottenere.

No, vi assicuro che non ho esagerato con i peperoni ieri sera. Ho mangiato leggero ed ho provato a ragionare con l' anima, anche se apparentemente sembra una contraddizione in termini.

Fatemi sapere il vostro punto di vista, se vi va...

CHE FATICA ESSERE UOMINI

Il grande Sergio Endrigo, indimenticabile cantante del secolo scorso che cantava bellissime melodie a cavallo degli anni 60 e 70 nel panorama musicale italiano, ha accompagnato – pur senza saperlo, ovviamente – suo malgrado tantissimi dei pomeriggi e delle serate della mia infanzia ed adolescenza, attraverso il canto di mio padre.
Questi, non appena tornato dalla sua pesante giornata lavorativa (operaio in una segheria di marmo della Versilia, in Toscana), entrava in casa senza dimenticarsi praticamente mai di fischiettare o cantare addirittura qualche canzoncina delle sue preferite.
Probabilmente la serena consapevolezza di avere fatto il proprio dovere di vero uomo - lavorando e sudando sul posto di lavoro e senza minimamente risparmiarsi, anzi – predisponeva il suo stato d' animo gentile a emettere un canto che lo mettesse in armonia ed in comunione con il resto della natura, un po' come un uccellino che canta spensierato sopra il suo ramo preferito. Era mio padre.
A dire il vero, in tutta onestà, questo bel canto veniva d' improvviso a cessare quando mio padre si concedeva uno dei suoi spuntini preferiti, che farebbero inorridire la maggior parte dei gourmet europei: pane e cipolla, con un filo d' olio, rappresentavano per il mio papà una delizia irrinunciabile in attesa della cena: uno spuntino di tutto rispetto.
E, il più delle volte, un ruttone epico di dimensioni spaventose ed inaudite, era la degna conferma di approvazione e soddisfazione di un pasto veloce pienamente goduto e gustato nella sua essenza.
A questo punto, con la pancia piena e con l' intermezzo acustico/gastrico del ruttone di cui sopra, poteva riprendere il canto più tradizionale, ovvero quello che si esercita con le corte vocali (e non più con l' apparato digerente).
Questa sorta di juke-box umano aveva diversi pezzi preferiti nel suo sconfinato repertorio, che andava da Claudio Villa fino a Roberto Murolo, passando per Enzo Jannacci, Nilla Pizzi, Giorgio Consolini e tutti i grandi della musica italiana di quel periodo del secondo dopoguerra.
Una delle voci che ricordo con maggiore frequenza era quella di Sergio Endrigo, che sentivo canticchiare spesso a mio padre, magari mentre preparava le caldarroste sul fuoco del camino.
Quante volte lo avrò sentito canticchiare sottovoce “ Partirààààà.... La nave partirààààà.... Dove se ne andrà, questo non si sa... Sarà come l' arca di Noè... Il cane, il gatto, io e teeeee....”
A modo suo, oltre alla bellezza ed alla musicalità della canzone stessa, anche il mio papà creava a modo suo un' atmosfera irripetibile, questo è sicuro. Uno spettacolo unico.
Quella canzoncina, pur nella sua linearità, parlava alla mia giovane anima in maniera chiara ed inconfondibile con le sue parole: per me, da sempre abituato per vocazione a prestare la massima attenzione alle parole dei testi, fin troppo naturale cercare di coglierne il senso.
E proprio alcune fondamentali parole rimasero scolpite nella mia mente:
“... Che fatica essere uomini...”
Potremmo parlare per ore ed ore delle sfumature di questa frase, dei sensi e delle implicazioni che questa comporta, ma anche senza entrare troppo nel merito, mi voglio limitare a cogliere la serena rassegnazione umana a dovere affrontare la sfida quotidiana di vivere, senza sconti sulle fatiche e sulle pene che comunque costituiscono la vita stessa o, perlomeno, una buona parte fisiologica dell' esistenza. Chi può essersi mai vantato di avere avuto una vita senza qualche problema, grande o piccolo che fosse?
Anche senza possedere la sapienza dei grandi filosofi classici è possibile scavare a fondo alla ricerca del senso stesso della nostra esistenza, e credo che sia una sfida che si rinnovi ogni istante della nostra vita, un po' come la retta geometricamente definita come un insieme di punti infiniti.
La fatica nella vita la troviamo un po' dappertutto, ma forse la maggiore difficoltà la troviamo nel prendere quelle decisioni che proprio scontate non sono, quelle che ti obbligano a pensarci su due volte per via delle conseguenze che comportano.
In questo momento, per ciò che riguarda me, la fatica di essere uomini si presenta sotto la forma della forzata lontananza dalle mie figlie e dalla mia terra di origine, la Toscana.
Chi mi conosce, ben sa delle mie pene. Mi sento come un condannato in esilio.
Senza la soddisfazione di chi sa che il proprio sacrificio (la lontananza dai propri affetti) venga almeno compensata da un lavoro che consenta un sacrosanto reddito continuativo e fondamentale, sempre più spesso maturo la convinzione che il gioco non valga la candela.
Cazzarola, “che fatica essere uomini...”
Ma andiamo avanti con determinazione, avanti tutta.

venerdì 6 gennaio 2017

IL LAVORO NON MANCA... SI, COL CAZZO

E dicevano in tv "Lombardia e Veneto sono le locomotive d' Italia, il lavoro non manca".
Col cazzo.
Da cinque mesi che sono qua e la situazione è assai diversa da quella che veniva diffusa dai soliti media dis-informanti. Aziende che prima avevano in organico sui 2500 dipendenti, adesso ne hanno al massimo 600 in carico, tanto per fare un esempio tipico della tendenza generale.
I contratti di lavoro che vengono proposti ora fanno ridere di più delle penose battute dei conduttori di "Striscia la notizia", con le stesse condizioni contrattuali che equivalgono a quelle degli schiavi deportati qualche secoletto fa dal continente africano e costretti a lavorare nelle piantagioni di cotone.
Esagerazioni? No, proprio per niente. Provare per credere.
I soliti governi di politici incapaci o collusi coi poteri forti della finanza europea e mondiale hanno realizzato un modello sociale tipico di come NON dovrebbe essere una società moderna.
Il lavoro (quando c' è) è precario e senza sicurezze di alcun tipo. Ci credo bene che ci sia stato un aumento dei contratti a tempo indeterminato: dopo le modifiche normative del "Job Act" (????),  adesso non contano più un cazzo e, quindi, potendoti licenziare quando e come vogliono loro, i datori di lavoro te lo propongono più che volentieri.
Non parliamo poi di "voucher" (a proposito, avete notato come vengano usate parole straniere dai governanti italiani per meglio nascondere le grandi inculate che ci propongono ogni volta?) per bontà divina, perchè altrimenti diventerei cattivo e mi sciuperei la giornata...





POCO SEGNALE

Mi ricordo una parte del film "Il Ciclone" di Pieraccioni di qualche annetto fa in cui, a causa della debolezza del segnale televisivo, i poveri abitanti del vecchio cascinale in mezzo alla campagna toscana si ingegnavano in ogni maniera per cercare di risolvere il problema: con improbabili oggetti metallici ed utensili domestici di ogni tipo, provavano ad improvvisarsi vere e proprie "antenne umane" per cercare di captare un minimo di segnale e potersi guardare un po' di televisione.
Ecco, chissà come mai ho la stessa sensazione quando provo a prendere il segnale della connessione internet quassù a Osnago????


MI ARRESTI SUBITO, PER FAVORE

Mi arresti immediatamente, agente! Subito, senza indugi...!



BUONA EPIFANIA 2017

Buona Epifania a tutti quanti!
Avete fatto i bravi? La Befana vi ha portato calze straboccanti di dolcetti e golosità oppure tonnellate di carbone da fare invidia ad una vecchia industria metalmeccanica old-style?
Per quanto riguarda il sottoscritto, pare che la vecchia bagascia abbia noleggiato un intero treno merci pieno di carbone per me, mandando in tilt l' intero traffico ferroviario del Nord-Italia.
E va bene, pazienza.


giovedì 5 gennaio 2017

UNA COLONNA DI FUMO

Basta con gli inutili allarmismi, non date retta a chi stampa orrende immagini di malati terminali sui pacchetti di sigarette! Lasciate pure cadere nel vuoto gli avvertimenti dei salutisti e pure i consigli dei medici menagramo, che portano merdissima e poi bisogna correre a farsi togliere il malocchio dal ciarlatano mago più vicino.
Da adesso in poi siete liberi di riempirvi i polmoni di catrame e di ingiallire i vostri polmoni a sazietà, senza dovervi giustificare con nessuno: è tempo di reclamare la vostra libertà di riempire le casse di uno stato corrotto e monopolista ricompensandolo con quello stesso denaro che avete appena rubato con destrezza dal borsello del vostro partner. 
Già che ci siete, giocatevi una ventina di "gratta e vinci" che vi faranno vincere la bellezza di euro 2,00 dopo averne spesi 350,00 grazie alla pensione di vostra nonna che si era assopita sul divano a guardare Biùtiful (si scrive così, vero?).
Non c' è soddisfazione più grande del fumare quattro, cinque o più pacchetti di sigarette al giorno, con la consapevolezza di avere contribuito alla soddisfazione del tabaccaio che anche stavolta potrà ringraziare il vostro vizio preferito per essere riuscito a far quadrare il bilancio di esercizio della sua attività.
Ma poi, vogliamo mettere quella sana soddisfazione di potersi guardare allo specchio e sorridere convintamente guardando la propria immagine riflessa, mostrando con orgoglio tutte quelle rarissime tonalità del giallo che vanno dall' ocra fino alle sfumature dell' arancione presenti nella propria smagliante dentatura?
Il profumo intenso e soave del vostro respiro vi permette di uccidere tutte le zanzare nel raggio di nove metri da voi, senza più dovere sprecare denaro nell' acquisto di zampironi e pasticche del Vape, così come ogni vostro sussurro a pieno fiato vi consente di sterilizzare il vostro gatto senza doverlo necessariamente portare dal veterinario.
E' bellissimo limonare con voi, amanti della sigaretta, perchè ogni volta che le lingue si scambiano l' abbraccio della passione che si è appena accesa, il vostro partner trattiene a stento fortissimi conati di vomito e, se non ve lo dice, è solamente per puro senso di misericordia e pietà umana.
Evviva le sigarette!




L' APPELLO DEL GIORNO

Rinnovo il mio invito rivolto a tutte le persone di buona volontà e di cospicuo conto corrente in banca (ma anche altri beni preziosi) a disfarsi delle proprie ricchezze terrene  e darne una parte al sottoscritto, così tanto per fare qualcosa di carino!
Si accettano bonifici, donazioni, assegni, paypal, casse di peperoni, etc.

VAFFANCULO AI PREPOTENTI DI TUTTI I COLORI ED OGNI PELLE

Vorrei tornare ancora una volta sui concetti che ho già toccato ieri mattina, riguardo l' immigrazione clandestina di massa, poichè l' argomento è difficile quanto affascinante nel suo sviluppo.
Non ho fatto in tempo a completare il discorso di ieri a causa di una improvvisa e fulminea diarrea che mi ha fatto gettare il computer per terra e correre immediatamente al cesso per motivi di forza maggiore, ma il cuore era comunque aperto costantemente sulla riflessione, seppure con la carta igienica a portata di mano.
Mi piace pensare ad una Italia ricca di persone che possano aggiungere qualcosa di nuovo, che vogliano integrarsi e magari aiutarci a risolvere i nostri problemi atavici che noi indigeni non siamo stati capaci di affrontare con la necessaria determinazione.
Ho sempre avuto grande considerazione per tutti coloro i quali hanno un' anima buona sotto il colore ininfluente della propria pelle.
La stessa parola "tolleranza" non avrebbe motivo di esistere in un mondo perfetto, come dovrebbe esserlo quello che calpestiamo tutti i giorni, in quanto dovrebbe essere un concetto assoluto ed innato nella natura umana, un riflesso involontario ed inconscio come il battito cardiaco.
Quello che non sopporto, in nessun essere umano, è la prepotenza con la quale si vogliano imporre i propri punti di vista con le stesse argomentazioni della legge della giungla, dove conta solo la volontà del più forte.
Selezione naturale? Teorie darwiniane?
No, sinceramente in questo caso non me ne frega veramente un cazzo.
Tornando all' immigrazione, qualche giorno fa guardavo con grande ammirazione una famigliola di gente di colore che stava curiosando tra gli scaffali dei giocattoli in un noto centro commerciale della zona in cui vivo adesso, a Merate.
La mia attenzione è stata catturata dal fatto che tutti i componenti della famiglia parlassero la lingua italiana: i grandi con la fisiologica difficoltà di chi è giunto in Italia da pochi anni e sta ancora imparando lentamente la lingua del paese ospitante, mentre i figli avevano maggiore dimestichezza ed abilità nella conversazione, probabilmente poichè frequentando scuole con coetanei italiani hanno maggiore facilità di integrazione per comunicare con questi.
Cosa se ne deduce? Che quando c' è la voglia di integrarsi nel paese in cui si decide di trasferirsi e quando non vogliamo imporre le nostre idee, la nostra religione e pretendere privilegi al padrone di casa di chi ci sta ospitando con generosità e benevolenza, chiunque può considerarsi il benvenuto, con tutto il cuore.
In caso contrario, chiunque voglia venire qua e considerarlo un diritto divino, che voglia imporci le loro idee religiose e costringerci ad accettare i loro usi e costumi abolendo le nostre tradizioni per non urtare la loro sensibilità (e la nostra sensibilità, politici italiani del cazzo???) che tutto gli sia dovuto, che voglia essere servito e riverito, che non abbia la benchè minima gratitudine nei confronti di chi li ha salvati, sfamati, vestiti ed accolti senza esitazione, etc.... Beh...
In questo caso... L' unica cosa che mi sento di dire per tutti questi casi è solamente un sonoro VAFFANCULO. Con tutto il cuore.

mercoledì 4 gennaio 2017

INGRATITUDINE DI MASSA

Dopo i fatti della rivolta avvenuta nel centro di prima accoglienza in Veneto nei giorni scorsi, vorrei esprimere una breve riflessione personale su quanto avvenuto negli ultimi tempi.
Senza entrare nel merito dei fatti - sembrerebbe che sia scoppiata una rivolta da parte degli occupanti del centro per via del decesso di una giovane ivoriana, anch' essa ospite della struttura - mi chiedo a più riprese come sia possibile che i nostri cari amici "clandestini" (o "migranti", se preferite) non abbiano ancora capito in che posto siano finiti, ovvero in Italia.
Pur con tutti i limiti di una normalissima discussione, vorrei affrontare un argomento spinoso ma che mi sta particolarmente a cuore, alla luce di tutte le conseguenze dirette ed indirette che esso sta determinando a catena nella nostra società moderna: l' immigrazione e l' approccio dei "clandestini" - o "migranti" - con la nostra mentalità italiana.
Nessuna intenzione di pontificare su argomenti dove anche l' ultimo dei coglioni dei nostri politici va a farsi intervistare in tv blaterando a raffica e sparando cazzate ad alzo zero su argomenti di cui non conosce assolutamente niente e di cui vuole solamente raccogliere in termini elettorali i frutti di basse speculazioni personali.
Personalmente ritengo doveroso salvare vite che sono a repentaglio dei capricci del mare, alla stessa maniera personalmente penso  convintamente che - una volta salvati dai barconi e messi in sicurezza dalla situazione di pericolo imminente -  bisognerebbe riportarli immediatamente sulla costa da cui sono sbarcati. Non per cattiveria o forme striscianti di razzismo da cui rifuggo per convinzioni personali, ma semplicemente perchè ritengo che non si possa svuotare l' Africa accogliendo tutti coloro i quali decidono di attraversare il Mediterraneo per cercare un futuro migliore.
Capisco benissimo che molti di questi uomini, donne e bambini vogliano provare a tracciare un destino diverso da quello che viene proposto loro dall' ambiente ostile in cui sono nati, ma qua si tratta di infilarsi in un vicolo cieco.
L' Italia è un paese relativamente piccolo, se rapportato alla considerevole dimensione del fenomeno dell' immigrazione: un conto è avere le possibilità economiche e materiali per proporre sviluppo e crescita economica, ed un altro è misurarsi con una realtà diametralmente opposta.
Analogamente a quanto avviene in un barcone che sia sovraccarico di gente oltre la propria capienza e che finisce ovviamente per affondare miseramente per avere sottoposto la struttura dello scafo ad uno sforzo eccessivo che ne abbia compromesso l' integrità strutturale, il nostro paese rischia di fare la stessa identica fine, riempendosi in maniera esagerata di persone che non hanno la minima idea di quello che aspetta loro in Italia.
Luogo in cui noi stessi Italiani finiamo vittime della cattiva sanità, quella in cui ti operano all' organo sbagliato oppure ti espiantano il rene sano lasciandoti in corpo quello malato, oppure dove ti lasciano morire dopo lunghe ore di attesa nei corridoi di un Pronto (?) Soccorso di un qualunque ospedale della nostra penisola. Una atroce barzelletta, dimostrata da cronache recenti e lontane piene di vittime di dottori che hanno acquistato la laurea al centro commerciale vicino casa.
Qua si muore sul serio, forse anche peggio che nei vostri paesi. Il buffo è che, essendo in Occidente, si penserebbe che l' Italia sia un paese civile, un esempio di applicazione del diritto e del vivere secondo i principi ereditati dagli antichi teorici sapienti della filosofia.
Tutt' altro. In questa nazione stuprata dall' ignoranza, dalla viltà e dalla corruzione, l' onesto viene considerato e trattato come un povero coglione da sottoporre ad umiliazioni e con zero diritti, l' unica concessione è quella di... pagare le tasse.
Ma l' aspetto forse peggiore è che qua non esiste applicazione reale della giustizia, in senso pieno e di concetto, ovvero il criminale riesce praticamente sempre a farsi beffa della vittima e di coloro i quali rischiano la vita per metterli in galera.
Grazie al cazzo. Dopo poche ore, ti arriva un giudice incapace ed idiota -  che applica leggi e normative scritte da politici altrettanto idioti ed incapaci, quando non criminali essei stessi - che rimette i criminali in libertà, con tanti saluti per i cittadini onesti, sempre più rassegnati al proprio destino di vittime sacrificali.
Una classe politica di maiali corrotti e privi di ogni scrupolo morale, senza la minima vergogna nè il senso dello stato, nè pudore o coscienza civica ha distrutto tutto.
E qua ti arrivano loro, i clandestini, con le loro pretese e con l' arroganza di chi crede che sia loro tutto dovuto. Che pretendono e che vogliono il tappeto rosso, come se fossero a casa loro.
Senza la minima gratitudine per coloro i quali li hanno salvati da una morte sicura in mare aperto, ma con la inaccettabile voglia di prendersi con la forza della propria prepotenza ciò che ritengono più opportuno.
Non è un mistero che durante gli ultimi anni la Marina Militare Italiana, la nostra Guardia Costiera e tutte le altre forze coordinate al salvataggio in mare abbiano salvato migliaia e migliaia di vite dall' annegamento nelle fredde acque del Mediterraneo.
Il problema è.... il dopo.
Perchè l' Italia non è più un paese fiorente, in grado di proporre sviluppo e ricchezza a chi voglia mettersi in gioco ed abbia un po' di buona volontà e desiderio di sacrificio. No. Non è più così.
Il nostro paese è schiavo di vincoli europei ed imposizioni di carattere comunitario stipulati da politici italiani incapaci o conniventi con questo sistema marcio, a causa del quale ci ritroviamo schiavi: ci hanno venduti alla finanza ed alle banche, figuriamoci se possiamo decidere il nostro futuro.
In questo contesto - in cui ci hanno spremuto per anni ed anni con tasse esorbitanti, cartelle esattoriali da incubo, sequestri ed espropri di beni materiali per soddisfare l' avidità di Equitalia e dell' Agenzia delle Entrate - con la popolazione italiana ridotta in condizioni di povertà che va ben oltre da quanto mostrato da mass-media da sempre asserviti al potere, ci ritroviamo alla fame o quasi.
Senza lavoro e senza prospettive. E ci vediamo arrivare masse e masse di clandestini che vanno ad arricchire numericamente un' offerta di legioni di schiavi senza diritti che andranno ulteriormente ad abbassare il costo della manodopera.
Provate a cercare il lavoro in un cantiere edile: vi risponderanno che non prendono italiani, preferiscono ingaggiare gli stranieri, perchè questi vengono pagati con stipendi bassissimi, che difficilmente verrebbero accettati dagli Italiani.
E ci credo. Perchè il povero italiano idiota paga le tasse che spesso e volentieri non vengono pagate da moltissimi stranieri ed immigrati, coccolati e privilegiati rispetto alla popolazione media che si ritrova a reggere il carico sempre più gravoso del costo dei servizi locali sempre più cari e paradossalmente sempre più scadenti.
Dove cazzo siamo andati a finire?

LIBERTA', MARE E FREDDO

Molto spesso succede nella vita che ognuno di noi tenda a trascurare oppure a dare per scontate quelle cose belle che abbiamo attorno a noi, come se tutti quei piccoli e grandi privilegi offerti dal nostro destino siano una sorta di atto dovuto. E invece no, manco per il cazzo (come dicono i dotti ed i sapienti).
Come diceva quel vecchio detto "chi prigionia non prova, libertà non apprezza".
Giusto per fare un esempio propedeutico a dimostrare quanto detto in precedenza, un detenuto si accorgerà di quanto sia bella ed importante la propria libertà di movimento e di azione nel momento stesso in cui ne viene privato.
Nel mio caso specifico, essendo nato ed avendo vissuto per tutta la vita (più di 40 anni) vicino al mare -  tra Catania, la Versilia e la costa apuana di Marina di Carrara - mi sono ritrovato trasportato dalle correnti del mio destino ai piedi delle Alpi (o quasi) in Lombardia, ben lontano dal suono della risacca e dalla sabbia delle spiagge.
Il clima marino era ben più mite di quello che in questo periodo tormenta le mie ossa e arricchisce di brividi inediti le mie membra ogni qual volta io non indossi sciarpa, guanti e cappellino.
Mi sono fatto una cultura enciclopedica sul freddo e sulle sue manifestazioni nella provincia di Lecco.
Che palle, però.

lunedì 2 gennaio 2017

AUGURI DI BUON ANNO NUOVO

Lasciate che vi omaggi con i miei migliori auguri di buon anno nuovo, vi auguro sinceramente di cuore che il 2017 sia un anno ricco di serenità, salute e prosperità in tutti i settori della vostra vita.
Non ho potuto farvi gli auguri prima per motivi di forza maggiore (non dispongo tuttora di linea fissa in casa) ma la forza, l' intensità immensa di questo mio auspicio arriverà sicuramente a destinazione con la forza di un uragano pieno di positività e cose belle.... Buon 2017 !