giovedì 29 dicembre 2016

QUELLA SENSAZIONE INQUIETANTE, LAVANDO I PIATTI

Vi devo dire che una delle mie abitudini più radicate nell' animo è sicuramente quella che mi vede indossare un paio di guanti prima di iniziare a lavare i piatti. 
Non si tratta di essere schizzinosi (anche se in parte è una delle ragioni più vere),  ma anche per proteggere le mani da acqua sporca, detersivi e sporco, ma soprattutto perchè - nel caso in cui squilli il telefono oppure suoni il campanello mentre le mani sono impregnate di sapone e sudiciume - mi basterebbe togliermi istantaneamente i guanti di lattice (senza dover perdere tempo a risciacquare e asciugarmi le estremità) per essere immediatamente operativo e far fronte in tempo reale ad ogni evenienza.
Detto così, suona molto bene e sembra carino. Poi, in realtà, è come stare sotto la doccia: in pratica speri sempre che qualcuno non ti rompa i coglioni proprio in quei dieci minuti di spazio temporale.
Che poi invece si realizzi proprio quello che non speravi, è uno dei tanti scherzi del destino, perchè puntualmente ti vengono a cercare al telefono o suonare alla porta proprio quando sei impegnato.
Intendiamoci, non mi diverte affatto lavare i piatti, anzi. Lo ritengo uno dei lavori più noiosi da fare all' interno della routine domestica, e me ne occupo unicamente per dare una mano alla mia compagna, anche e soprattutto perchè in questo periodo non sto lavorando ed è una maniera per sentirmi utile.
Ma questo non toglie che questo mi rompe abbastanza le scatole, al punto che preferirei di molto mangiare sopra piatti di plastica usa-e-getta pur di evitare il lavaggio dei piatti.
Ad ogni modo, non essendoci altra via di fuga, non resta altra cosa da fare che accendere la tv per farsi un po' di compagnia e trascorrere il tempo di quella scocciatura con la consolazione di u po' di musica, coccolandosi con le canzoni ed i videoclip di RadioItalia.
Poi cominci a insaponare i piatti e .... l' orrore ti entra nelle ossa.
Hanno appena messo una canzone di Jovanotti (!!!!!!) e la pelle ti si accappona in una sensazione orribile, con lo stomaco che ti si attorciglia e la percezione del tempo che si dilata in maniera assurda.
I guanti insaponati ti impediscono di prendere il telecomando per cambiare canale e...
Vaffanculo ai piattti!!!!!!!!!!!

AVETE TRASCORSO UN BUON NATALE?

Cari amici ed amiche, 
spero di tutto cuore che abbiate trascorso un bellissimo Natale, abbracciati ai vostri affetti più cari o comunque immersi in una serenità interiore che vi abbia portato relax e buone sensazioni.
Anch' io, dal canto mio, ho passato dei giorni bellissimi - nonostante la malinconica mancanza delle mie figlie - ma fortunatamente ho avuto modo di beneficiare delle cure e dell' amore della mia compagna Titty: lei si è prodigata in mille maniere per cercare di alleviare, attenuare il mio dolore e portarmi a sorridere anche quando proprio  non ne avevo voglia.
E, per quanto riguarda le scorpacciate natalizie, credo di non avere mai mangiato così tanto come invece è avvenuto nei giorni scorsi :)
Impossibile resistere alle delizie preparate dalla mamma di Titty, presso la quale abbiamo passato le festività natalizie...

venerdì 23 dicembre 2016

LA MIA POSTAZIONE DISCRETA DA CUI VI SCRIVO

Una piccola chicca: vi mostro lo spazio dove vengo gentilmente ospitato - presso l' Associazione Arci "La Locomotiva" di Osnago (LC), presso la locale stazione ferroviaria -  quando ho bisogno di connettermi a internet ed aggiornare i miei blog. In attesa di mettere internet anche a casa, prima o poi, e di potere ricevere in dono dal destino un computer decente per scrivere...
Buone feste, amici ed amiche!!!





ARRIVEDERCI, "SIGNOR R. "...!

Lasciatemi fare un doveroso saluto, un commiato malinconico e sussurrato, dedicato ad una persona anziana che se ne è appena andata, pochi giorni fa.
Ne sono venuto a conoscenza solo ieri e ne sono rammaricato. Era un brav' uomo, come si suole dire.
Non la solita formula retorica e stucchevole, infarcita di ipocrisia, che molti usano per commentare la prematura dipartita di persone che in realtà disprezzavano più o meno completamente.
No. Io stimavo veramente questa persona (che per comodità chiamerò il "signor R." ) e spesso e volentieri abbiamo avuto contrasti piuttosto aspri, momenti di contrasto veramente durissimi durante i quali non ci siamo fatti mancare i peggiori insulti.
Ma negli ultimi anni ci eravamo riavvicinati moltissimo, consapevoli di essere pedine dei capricci del destino e dell' inutilità di certi futili litigi di fronte ai veri problemi della vita.
Facciamo un passo indietro.
Avevo conosciuto il vecchio "signor R." più di quattordici anni fa, in occasione del mio trasferimento a Marina di Carrara (MS) in seguito al matrimonio con la mia ex: poi, in realtà si trattava di una conoscenza formale, in quanto la sua fama lo aveva preceduto nei racconti della medesima.
Me ne aveva parlato di lui dicendomi che si trattava dell' ex amministratore del suo condominio e lui stesso era proprietario di un appartamento all' ultimo piano del medesimo edificio, uno splendido attico con vista mare.
Questo anziano signore era originario del Nord Italia, probabilmente del Veneto, ma il suo accento non tradiva nessuna cadenza particolare. Ad ogni modo, si trattava di una persona dal carattere fortissimo e dalla determinazione granitica, estremamente pignolo e assolutamente testardo, pieno di energia a dispetto della sua non più verde età.
Nonostante fosse da tempo in pensione (dopo una vita lavorativa intensa come dirigente in qualche azienda metalmeccanica del Settentrione), non l' ho mai visto bighellonare per i giardini pubblici oppure a oziare seduto sopra una delle tante panchine come facevano solitamente tanti suoi coetanei.
Tutt' altro. Il "signor R." era solito spendere il suo tempo nel suo garage, una delle tante autorimesse condominiali all' interno del solito complesso residenziale, per dedicarsi anima e corpo ad una delle tante attività manuali nelle quali eccelleva.
Che si trattasse di rimettere a nuovo una bicicletta smerigliandola con l' apposita attrezzatura che possedeva - e che teneva accuratamente disposta sopra il suo banco di lavoro - oppure di costruirsi da solo, con le proprie mani, uno dei tanti utensili necessari per portare a termine altri lavori artigianali o domestici, egli riusciva a trasformare uno dei suoi tratti caratteriali più marcati e caratteristici (ovvero l' assoluta precisione che diventava morbosa pignoleria in tutti i settori) sublimandolo fino a diventare una sorta di pregio, diventando una specie di marcia in più ogni qual volta decidesse di mettersi all' opera cimentandosi in qualche impresa.
Sempre indaffarato in qualcosa, anche oltre quelle erano le sue prerogative di semplice condomino (era stata nominata una nuova amministratrice già da qualche anno), era solito darsi da fare anche nella manutenzione dei piccoli spazi condominiali e nella parti comuni, cui non era formalmente tenuto ad occuparsene.
A volte, da questa smania di fare tutto lui sembrava quasi esagerare, al punto che poi, durante le infuocate assemblee di condominio che si tenevano ai sensi di legge di fronte alla nuova amministratrice, voleva che tutti gli altri facessero quello che decideva lui, anche se gli altri condomini erano in palese disaccordo con le sue opinioni.
O si faceva come diceva il "signor R.", oppure si finiva per avere contrasti anche pesanti con lui, tra insulti, dispetti e ripicche.
Un po' prepotente, un po' egoista, a tratti maleducato e di cattivo gusto quando si lasciava andare a battute di dubbio gusto nei confronti di alcune anziane residenti negli appartamenti adiacenti al suo, ma innegabilmente una personalità forte, di quelle che non possono essere definite come banali, anzi.
Come già detto, io stesso ebbi dei fronti contrasti con lui, in quanto non ero per niente disposto a sottostare alle sue pretese ed alle sue richieste più assurde.  Tanto per fare un esempio, pretendeva che tutti gli altri condomini partecipassero alle spese della terrazza del suo attico, che era sua proprietà esclusiva e proprio per questo inaccessibile agli altri, e che tutti mettessero mano al portafogli per acquistare e realizzare un impianto fotovoltaico del quale avrebbe beneficiato solamente lui.
Insomma, un tipo  da prendere con le molle in parecchi frangenti, soprattutto quando si trattava di andare a parlare dei suoi interessi personali.
Ma d' altro canto era impossibile non rimanere affascinati da tutta quella forza d' animo e di volontà che fuoriuscivano da quel corpo ormai vecchio e consumato dall' età: la sua ferrea determinazione era un esempio per chiunque si sentisse a corto di motivazioni.
Sono innumerevoli gli aneddoti relativi al "signor R." di cui potrei parlarvi senza annoiarvi, ma preferisco congedarmi lasciandolo in pace nel suo garage, tutto impegnato a fare i suoi lavoretti oppure completamente preso dal mettere a lucido la sua impeccabile vettura, la splendida BMW blu notte.
Arrivederci, "signor R." 

mercoledì 14 dicembre 2016

SE SPARTA PIANGE, MERATE NON RIDE

Un saggio proverbio di taaaaanto tempo fa diceva "Se Sparta piange, Atene non ride", alludendo al fatto che nella medesima situazione, se una persona molto forte se la passa male, quasi sicuramente avverrà che una persona dotata di minore forza d' animo proverà maggiori difficoltà e amarezza.
Si, va bene, mi sono rotto anch' io con questi giri di parole e queste premesse del cazzo.
Tutto ciò per dire che anche a Merate (LC), fuori dal centro commerciale Auchan c' è un nebbione che mi ricorda tantissimo la nebbia assassina del romanzo di Stephen King "The Mist", da cui hanno tratto l' omonimo film.
Cazzarola, l' atmosfera è uguale !!!!!!!!!






E TI PAREVA.... MALEDETTA NEBBIA

Un' altra fantastica giornata di merda a Osnago, in provincia di Lecco (o Vladivostok, non ricordo).
Anche oggi sembra di essere a Raccon City di "Resident Evil" oppure a "Silent Hill" dell' omonimo videogioco.
Anche le stesse creature malefiche sono presenti, pur nascosti da questa nebbia del cazzo.



MA CHE BELLA RAGNATELA!

A volte la natura ci regala spettacoli unici come le abilità straordinarie, uniche, irripetibili ed istintive delle proprie creature. Tra questi, come non citare i ragni? Straordinari ed infaticabili 
tessitori di trame tanto sottili quanto insidiose e fatali trappole per le sventurate prede che inavvertitamente finiscano preda di tale invisibile (o quasi) filo mortale.
Peccato che siano anche insetti ripugnanti e bruttissimi, odiosi quanto basta e privi della benchè minima educazione, lasciando ragnatele di merda abusive ovunque lungo la città
Pertanto si raccomanda di usare il lanciafiamme o la dinamite per rimuovere tali merdosissimi insetti dalle pareti di casa propria.



SANTI IMPROBABILI

Avrei voluto parlarvi oggi della fantastica leggenda di San Pingonio e di Santa Vaginia da Vimercate, ma l' irritazione per non avere ancora vinto al superenalotto e non essere ancora diventato miliardario mi fa girare altamente i coglioni e, pertanto, rimanderemo questa preziosa rivelazione ai prossimi giorni. Forse.

lunedì 5 dicembre 2016

STOP AI SENSI DI COLPA INUTILI

Una delle cose che mi ripropongo di imparare - e soprattutto mettere in atto - è la ferma intenzione di cominciare ad essere decisamente più indulgente nei confronti di... me stesso.
Nessuna ironia, assolutamente. Solo la ferma constatazione oggettiva dei fatti di un vissuto personale che mi ha visto crescere sotto lo sguardo di una madre particolarmente severa (nei suoi momenti di collera) e che ha incanalato il sottoscritto in un percorso di ferma e feroce autocritica in ogni occasione, da quelle più importanti fino a quelle più banali.
Se ne deduce facilmente che sono sempre stato io il primo critico di me stesso, accusatore e giudice con pregiudizio di fronte a tanti episodi vari che mi vedevano sempre insicuro, incerto, in handicap.
Senza esagerazioni, mi rendo conto solo adesso di quante volte ho ceduto sul fronte delle mie ragioni pur di rendere felice qualcun altro di fronte al resto del mondo.
Pensavo che la mia felicità, la mia interiorità fosse infinitamente meno importante di tutto ciò che esiste al di fuori di me.
Un senso di colpa incredibile, ingiustificato, come una sorta di debito irreale nei confronti del mondo.
Non importa il motivo, a questo punto è poca cosa andare a cercare le radici di un simile disagio.
Quello che invece è davvero importante è trovare pace nell' affidarsi a quella corrente dell' animo che mi incoraggia a smettere di tormentarmi per motivi inesistenti.
Forse è davvero l' ora di ascoltare la voce giusta, decisamente più indulgente nei confronti di me stesso.