venerdì 23 dicembre 2016

ARRIVEDERCI, "SIGNOR R. "...!

Lasciatemi fare un doveroso saluto, un commiato malinconico e sussurrato, dedicato ad una persona anziana che se ne è appena andata, pochi giorni fa.
Ne sono venuto a conoscenza solo ieri e ne sono rammaricato. Era un brav' uomo, come si suole dire.
Non la solita formula retorica e stucchevole, infarcita di ipocrisia, che molti usano per commentare la prematura dipartita di persone che in realtà disprezzavano più o meno completamente.
No. Io stimavo veramente questa persona (che per comodità chiamerò il "signor R." ) e spesso e volentieri abbiamo avuto contrasti piuttosto aspri, momenti di contrasto veramente durissimi durante i quali non ci siamo fatti mancare i peggiori insulti.
Ma negli ultimi anni ci eravamo riavvicinati moltissimo, consapevoli di essere pedine dei capricci del destino e dell' inutilità di certi futili litigi di fronte ai veri problemi della vita.
Facciamo un passo indietro.
Avevo conosciuto il vecchio "signor R." più di quattordici anni fa, in occasione del mio trasferimento a Marina di Carrara (MS) in seguito al matrimonio con la mia ex: poi, in realtà si trattava di una conoscenza formale, in quanto la sua fama lo aveva preceduto nei racconti della medesima.
Me ne aveva parlato di lui dicendomi che si trattava dell' ex amministratore del suo condominio e lui stesso era proprietario di un appartamento all' ultimo piano del medesimo edificio, uno splendido attico con vista mare.
Questo anziano signore era originario del Nord Italia, probabilmente del Veneto, ma il suo accento non tradiva nessuna cadenza particolare. Ad ogni modo, si trattava di una persona dal carattere fortissimo e dalla determinazione granitica, estremamente pignolo e assolutamente testardo, pieno di energia a dispetto della sua non più verde età.
Nonostante fosse da tempo in pensione (dopo una vita lavorativa intensa come dirigente in qualche azienda metalmeccanica del Settentrione), non l' ho mai visto bighellonare per i giardini pubblici oppure a oziare seduto sopra una delle tante panchine come facevano solitamente tanti suoi coetanei.
Tutt' altro. Il "signor R." era solito spendere il suo tempo nel suo garage, una delle tante autorimesse condominiali all' interno del solito complesso residenziale, per dedicarsi anima e corpo ad una delle tante attività manuali nelle quali eccelleva.
Che si trattasse di rimettere a nuovo una bicicletta smerigliandola con l' apposita attrezzatura che possedeva - e che teneva accuratamente disposta sopra il suo banco di lavoro - oppure di costruirsi da solo, con le proprie mani, uno dei tanti utensili necessari per portare a termine altri lavori artigianali o domestici, egli riusciva a trasformare uno dei suoi tratti caratteriali più marcati e caratteristici (ovvero l' assoluta precisione che diventava morbosa pignoleria in tutti i settori) sublimandolo fino a diventare una sorta di pregio, diventando una specie di marcia in più ogni qual volta decidesse di mettersi all' opera cimentandosi in qualche impresa.
Sempre indaffarato in qualcosa, anche oltre quelle erano le sue prerogative di semplice condomino (era stata nominata una nuova amministratrice già da qualche anno), era solito darsi da fare anche nella manutenzione dei piccoli spazi condominiali e nella parti comuni, cui non era formalmente tenuto ad occuparsene.
A volte, da questa smania di fare tutto lui sembrava quasi esagerare, al punto che poi, durante le infuocate assemblee di condominio che si tenevano ai sensi di legge di fronte alla nuova amministratrice, voleva che tutti gli altri facessero quello che decideva lui, anche se gli altri condomini erano in palese disaccordo con le sue opinioni.
O si faceva come diceva il "signor R.", oppure si finiva per avere contrasti anche pesanti con lui, tra insulti, dispetti e ripicche.
Un po' prepotente, un po' egoista, a tratti maleducato e di cattivo gusto quando si lasciava andare a battute di dubbio gusto nei confronti di alcune anziane residenti negli appartamenti adiacenti al suo, ma innegabilmente una personalità forte, di quelle che non possono essere definite come banali, anzi.
Come già detto, io stesso ebbi dei fronti contrasti con lui, in quanto non ero per niente disposto a sottostare alle sue pretese ed alle sue richieste più assurde.  Tanto per fare un esempio, pretendeva che tutti gli altri condomini partecipassero alle spese della terrazza del suo attico, che era sua proprietà esclusiva e proprio per questo inaccessibile agli altri, e che tutti mettessero mano al portafogli per acquistare e realizzare un impianto fotovoltaico del quale avrebbe beneficiato solamente lui.
Insomma, un tipo  da prendere con le molle in parecchi frangenti, soprattutto quando si trattava di andare a parlare dei suoi interessi personali.
Ma d' altro canto era impossibile non rimanere affascinati da tutta quella forza d' animo e di volontà che fuoriuscivano da quel corpo ormai vecchio e consumato dall' età: la sua ferrea determinazione era un esempio per chiunque si sentisse a corto di motivazioni.
Sono innumerevoli gli aneddoti relativi al "signor R." di cui potrei parlarvi senza annoiarvi, ma preferisco congedarmi lasciandolo in pace nel suo garage, tutto impegnato a fare i suoi lavoretti oppure completamente preso dal mettere a lucido la sua impeccabile vettura, la splendida BMW blu notte.
Arrivederci, "signor R." 

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