martedì 23 gennaio 2018

MI PIACE PENSARLO

Giusto capirlo il prima possibile: quando perdiamo degli affetti particolarmente cari quali parenti, amici, punti di riferimento, ecc. non serve a niente dire che il tempo sistema tutto: sembrerebbe quasi che il trascorrere ineluttabile di minuti, ore, settimane, mesi, anni e decenni possano lenire o, peggio ancora, cancellare il dolore per tali perdite.
In realtà, non è proprio così. Il dolore per la scomparsa di persone a me care, venute a mancare anche quasi trent' anni fa, è ancora vivo ed intenso come in quei giorni in cui venivo messo al corrente della loro morte. Nessuna esagerazione, solo un bilancio personale di ciò che ho vissuto e di quello che ho raccolto nel corso di questo immenso viaggio nella storia di questo pianeta, anche se nella limitata e poco rilevante esperienza effimera chiamata "vita". Quella grandezza fisica chiamata "tempo" non riesce assolutamente a sradicarti dal cuore ciò che hai amato e vissuto, quelle esperienze profonde che ti hanno segnato ed insegnato, ciò che ti ha plasmato e modellato per renderti ciò che sei.
Basta udire le note di una canzone collegata in qualche maniera alla persona di cui ci ricordiamo per intensificare quella struggente malinconia che ci condanna a quel tremendo senso d' impotenza per essere più in grado di abbracciare quella persona che avevamo avuto il privilegio di conoscere in vita.
Certo, il tempo ti aiuta a costruirti una maschera effimera per andare avanti come se niente fosse, ma comunque è inutile nascondersi che niente è più come prima.
Dedicato a tutte quelle anime belle che ho avuto la fortuna, il privilegio, la gioia di conoscere nel corso della mia vita: dai miei genitori ai miei nonni, passando per la mia nipotina e tutta quell' infinità di parenti ed amici che spero di rivedere prima o poi. Mi piace pensarlo...

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