venerdì 11 novembre 2016

EPPURE C' E' UN LATO POSITIVO...

Avvertenza: se siete giù di morale e non volete ulteriormente intristirvi, probabilmente è meglio che non leggiate questo post e le parole che seguiranno, perchè rischiano di compromettere il vostro umore e di incrementare la vostra malinconia.
Bene, io vi ho avvisati. Se la curiosità (ma forse si tratta di puro autolesionismo) vi ha condotti sin qui, significa che ve la siete cercata, con tutte le conseguenze del caso.
Oggi la mia tristezza è tale che il pessimismo di Giacomo Leopardi sembrerebbe una filosofia improntata sulla gioia e sulla goliardia, una di quelle giornate in cui la merda di cane si sostituisce all' azzurro del cielo: tra l' altro piove pure, qua a Osnago (LC), senza che le condizioni meteo accennino a migliorare.
Sicuramente vi starete chiedendo che cosa rende il mo stato d' animo sì malinconico e grigio, ed io - seppur refrattario a esibire in maniera sì spudorata tanto malessere nel mio angolino virtuale rappresentato da questo indegno blog - vi risponderò che la chiave di tutto questo strisciante dolore è da cercare in più situazioni.
A cominciare da un presente incerto, caratterizzato in maniera predominante dall' assenza totale di lavoro retribuito ( perchè nel mio piccolo, mi attivo quotidianamente nelle faccende domestiche nel piccolo appartamento della mia attuale compagna e accompagno un vecchietto malato di Alzheimer a passeggio per un paio d' ore tutti i giorni).
Chi mi segue da tempo conosce la quantità industriale di energia profusa nella ricerca di un' occupazione stabile, che costituisce la condizione unica ed indispensabile per realizzarmi pienamente e potermi sentire libero, nel vero senso della parola.
E invece no, colloqui infruttuosi ed inutili giornate trascorse a presentarsi, inviare posta elettronica, studiare ed aggiornare le proprie competenze, elaborare strategie sempre nuove che possano finalmente condurre al successo e molto altro ancora. Niente.
Poi, a rigor di logica, subentra inevitabilmente un senso di frustrazione ed impotenza: a fronte di tantissimi, innumerevoli, infiniti tentativi e modifiche in corso d' opera, niente si riesce a combinare.
E nel frattempo - non essendo il tipo che riesce a fregarsene del resto del mondo - mi sento continuamente giudicato da gente che niente sa di me (e che non voglio che ne sappia, in fin dei conti) e che insiste con malevolenza con le proprie cattiverie.
Mettiamoci la solita nostalgia per la distanza geografica che mi separa dall' abbraccio delle mie figlie, ancora minorenni: non c' è dolore più grande per un padre che non possa godere di quello che dovrebbe essere un diritto costituzionalmente garantito da tutti.
Le vedi nascere, le cresci e le curi, a volte maledici il momento in cui ti tocca pulire il vomito per terra o rimediare ai piccoli e grandi disastri che loro combinano senza darti tregua, però.... loro sono le cose più belle che esistono.
Niente. Aggiungiamo la tremenda guerra nucleare della separazione legale da loro madre, paragonabile alla collisione tra due superpotenze decise a distruggersi l' un l' altro nella speranza utopistica di riuscire a cancellare uno spiacevole ed ingombrante passato.
Per finire, mettiamoci anche problemi di natura strettamente personale quando ti ritrovi - per cause di forza maggiore e per motivi indipendenti dalla tua volontà  - a convivere nello stesso monolocale della tua attuale compagna, che è madre di un bambino avuto dal precedente matrimonio... beh, ci sono dei problemi.
Per incoraggiarmi a scrollarmi di dosso questa brutta sensazione di grigiore quotidiano, da più parti mi dicono di cominciare a vedere il lato positivo della vita. Ebbene, forse l' ho trovato: prima o poi questa vita di merda finirà.

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