lunedì 8 aprile 2013

GRAZIE INTER (PER IL CAMPIONATO DI MERDA)

Vorrei esternare gioiosamente tutto il mio apprezzamento per l' ennesimo campionato mediocre (senza dimenticare ovviamente le altre competizioni di tipo internazionale) da parte della mia pur sempre amata, scriteriata, pazza Internazionale F.C. .... Certo, una partita come quella di ieri merita di essere ricordata a lungo e, da vero amante dello sport dei tempi che furono (diciamo almeno venticinque anni fa, quando ero bambino e giravano meno soldi nelle tasche di calciatori, dirigenti, procuratori, etc.) e sarebbe ingiusto non sottolineare gli errori arbitrali che hanno penalizzato gli eroi nerazzurri. Ciò detto, dopo aver fatto un campionato di merda come quello appena vissuto ed in procinto di concludersi, sarebbe indegno e vergognoso nascondersi dietro la scusa dei torti arbitrali.
A meno che noi non vogliamo rasentare il ridicolo, addebitando ad altri anche il fatto che la squadra per questo torneo sarebbe stata in grado di finire all' ultimo posto in classifica anche in un campionato UISP o di rimediare umiliazioni anche in amichevoli anche contro i volenterosissimi dilettanti di un dopolavoro ferroviario. Già. Poverine, le colpe.... Nessuno le vuole, non c' è mai nessuno che ne riconosca la paternità.
Stai a vedere che magari sarebbero capaci di dire che è colpa mia? Vuoi vedere che -  visti i tempi infami in cui la gente è costretta a suicidarsi per colpa di uno stato assassino e di politici traditori che hanno costruito tale sistema che nutre delle nostre risorse - la mia attenzione da dedicare allo sport (che per me rappresenta da almeno vent' anni solamente un passatempo, come possono esserlo l' enigmistica e le parole incrociate) è diminuita talmente tanto da arrivare un punto di non ritorno ben definito e irreversibile...
Certo, quando ero un ragazzino il calcio ed il pallone mi hanno accompagnato per tantissimi anni nel corso degli anni più verdi della mia giovinezza, quelli in cui non avrei esitato un istante a stoppare di petto, magari con una camicia pulita ed immacolata appena uscita dalla lavanderia, un invitante pallone sporco di fango dopo una giornata di piogge intense. A quei tempi (diciamo durante tutto l' arco temporale delle scuole superiori) la mia bibbia era senza alcun dubbio l' Almanacco Panini (conservo ancora gelosamente una fantastica edizione originale del 1982) ed il libro di testo che sfogliavo con maggior frequenza fosse sicuramente il "Guerin Sportivo", settimanale che rappresentava per il sottoscritto una sorta di appuntamento irrinunciabile per parecchi anni.
Erano altri tempi, sicuramente irripetibili. Da quando il mio cuore bambino si esaltava per i gol di Rumenigge ed Altobelli, ma soprattutto da quando aveva scoperto il calcio - e come naturale conseguenza l' innamoramento per i colori nerazzurri dell' Inter - che la vita mi pareva veramente nuova, vista da nuovi punti di vista. Ovviamente anche la presenza di campioni stratosferici tipo Lothar Matthaeus (in assoluto il mio preferito di tutti i tempi) ha contribuito a tanti momenti bellissimi che tengo ancora in bella mostra in angolo del mio cuoricione.... Ma l' amore per quei colori è sempre stato superiore, al punto da ritenere insignificante l' avvento di una nuova epoca, quella vissuta e dominata da calciatori-mercenari senza un Dio e senza una bandiera, sempre pronti a seguire le ragioni del proprio conto corrente e senza amore alcuno per la maglia della propria squadra.
E proprio questo è il punto. Mentre la maglia della propria squadra del cuore dovrebbe essere una sorta di marchio identificativo, una specie di DNA che giustifica le ragioni della propria appartenenza a quella tribù calcistica, in realtà tutto ciò non trova riscontro alcuno nei calciatori di oggi, salvo alcuni rarissimi panda tipo Capitan Zanetti, l' odiato Totti (mi è sempre stato sui coglioni, a onor del vero, a prescindere dalle sue doti tecniche) e.... non me ne vengono in mente altri. Forse non ci sono. Per i calciatori moderni, la propria squadra di calcio è considerata una sorta di autobus - anche se l' immagine del furgone portavalori sarebbe forse più consona, in ragione di tutti i soldi che guadagnano senza fatica reale e comandata - da cambiare senza troppi problemi non appena arriva l' occasione successiva (oppure il contratto e l' ingaggio più vantaggioso).
Sono purtroppo ormai nel tempo i giorni verdissimi in cui seguivo la nazionale di calcio: la mia selezione preferita in assoluto era la squadra del 1982, quella composta dagli eroi del mundial spagnolo che, nella mia considerazione personale sono l' equivalente di un manipolo di divinità immortali.
In seconda battuta, al secondo posto, non posso fare a  meno di citare la bellissima e sfortunata nazionale di Azeglio Vicini, magnifica protagonista ai tempi di Italia 90... Quanti sogni e quante emozioni, seguendo le giocate e le magìe dei vari Baggio e Schillaci, Donadoni e Giannini, senza dimenticare Baresi e Ferri, Maldini e Bergomi, oltre all' infame papera del pur immenso Walter Zenga che ci privò di partecipare alla finalissima (che avremmo vinto quasi sicuramente, contro la Germania del mostro sacro Matthaeus). 
Ma torniamo all' Inter, dato che non mi sono affatto dimenticato di loro.
Certo, a vedere giocare i nerazzurri di oggi non sembrano troppo lontani i tempi tristi in cui sedevano in panchina Orrico, Bagnoli, Ottavio Bianchi, Gigi Simoni, Lucescu, Hodgson, Suarez, Marini, Lippi, Tardelli, Cuper o altri allenatori protagonisti di annate decisamente da dimenticare (voglio salvare solamente il primo anno di Gigi Simoni, quando disponeva di un giovane ed ancora sano Ronaldo e si vide rubare clamorosamente lo scudetto nelle ultimissime giornate).
Meno male venne poi il tempo dell' avvento di Roberto Mancini e, contemporaneamente alla fine dell' epoca marcia di Calciopoli e degli intrighi loschi dei personaggi che inquinavano il calcio e corrompevano l' intero sistema, finalmente arrivarono anche le meritatissime vittorie e le sacrosante soddisfazioni. Vedere poi la Juventus in serie B (che avrebbe meritato punizione ben peggiore dalla giustizia sportiva, come la radiazione definitiva dallo sport italiano) era la coronazione di un sogno di una vita......
Ad ogni modo, agli eredi di quella squadra che sotto la guida del pur antipatico Mourinho aveva VINTO TUTTO ciò che si poteva vincere, rivolgo la mia più convinta esortazione ad andare a lavorare, ma senza togliere posti di lavoro utili a persone che se li meritano sul serio. Quindi potrebbero decisamente andare a svolgere lavori socialmente utili o asfaltare le strade urbane, ristrutturare le scuole italiane più fatiscenti e tante altre cose belle ed utili nelle quali si spera che possano trovare una pur minima abilità (o dare un senso alla propria vita).
Ovviamente stesso invito rivolgo alla dirigenza della Beneamata, ed a tutti coloro i quali che hanno costruito a
questo fantastico dream-team...
Concludo con l' invito caldissimo rivolto al presidente Moratti che, piuttosto che gettare i propri soldi in bidoni ed incapaci come negli anni più bui e sfortunati della propria gestione, può tranquillamente regalare  qualche milione di euro po' di denaro sul mio malinconico conto corrente. Accetto anche pagamenti sulla Postepay, eh, presidente...!





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