Tante volte vi ho parlato del mio rapporto con Catania, la città che mi ha dato i natali e che mi ha visto fuggire (letteralmente volando via, avendo fatto il primo viaggio in aeroplano ad appena tredici giorni di vita!) per tornare in Toscana, dove i miei genitori avevano la loro residenza.
Una sorta di "omaggio" ai miei nonni materni - che hanno apprezzato tantissimo la loro scelta di farmi nascere laggiù - e che mi rende orgoglioso di avere visto la luce ai piedi dell' Etna.
Ho sempre parlato di una "madre naturale" (la Sicilia) ed una "mamma adottiva" (la Toscana, dove ho sempre vissuto) che hanno caratterizzato finora la mia vita, e le amo entrambe con riconoscenza e gratitudine.
Come vi ho raccontato qualche tempo fa, era abitudine consolidata quella di andare a Catania ogni estate, nei mesi delle vacanze estive, in maniera da potersi godere l' amore dei tanti parenti che, finalmente, si potevano abbracciare dopo lunghi mesi d' attesa.
Ecco, le foto che seguiranno sono state scattate quasi dieci anni fa, l'ultimo volta che sono sceso nella mia città natale (una triste occasione, il funerale di mio zio Gianni, fratello di mia madre).
Volevo catturare alcune immagini della periferia di Catania - mentre stavamo andando all' aeroporto per il viaggio di ritorno - per poterle rivedere poi, con calma, anche da lontano e ritornato a casa in Toscana, per continuare a sentire emotivamente quella serie di emozioni a fior di pelle che ho sempre percepito attraverso il contatto con questa splendida città.
Non sono fotografie "turistiche" del centro storico, ma bensì veloci e fugaci istantanee della periferia, per amplificare i ricordi di quelle percezioni sensoriali provate fin dall' inizio della vita: dai profumi degli agrumeti all' odore delle zagare e dell' asfalto bollente per le calde temperature solari; il profumo artificiale ma piacevole dell' arbre-magique al cocco presente nella macchina di mio zio, l' inebriante e seducente richiamo delle squisitezze che vengono preparate nei bar e nelle tavole calde catanesi; l' odore del mare che abbraccia la pietra lavica nera. Giusto, nera come i capelli corvini di tante tantissime bellezze locali, che gareggiano per il primato di donne (e ragazze) più belle d' Italia con pochissime altre rivali. Oppure stupende bionde abbronzate (in via naturale, ovviamente) e con gli occhi chiari - e che sembrano svedesi o tedesche, per le loro evidenti origini normanne nel proprio DNA - e "rosse di fuoco" come il sole che bacia la loro pelle...
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