Non è facile essere adolescenti, questo lo ricordo bene.
Ci si sente intrappolati in una dimensione troppo stretta, la percezione di sè stessi è quella di essere giovani adulti incompresi, intrappolati in un mondo che sottovaluta i ragazzi e non tiene nella dovuta considerazione le loro parole, nè tanto meno le loro idee.
Ma nemmeno essere genitori è facile, figuriamoci quando i propri figli divengono adolescenti.
Si passa dall' altra parte della barricata, si viene costretti dal gioco delle parti a sembrare rivali naturali dei nostri stessi figli, quando in realtà a noi sembra illogico che essi non riescano a capire quali sforzi immani facciamo noi adulti per prepararli alle difficoltà del mondo.
I genitori vengono solitamente visti come dittatori senza un briciolo di umanità, dei tiranni che passano sopra ogni forma di diritto civile ogni qual volta le idee dei poveri adolescenti non vengano pienamente approvate.
Ci sono come sempre le dovute eccezioni, però si tratta per lo più di casi fortunati in cui gli attriti sono minimi, quasi inesistenti, e l' armonia prevale su tutto il resto. Ma è dura, durissima.
C' è un grande problema di comunicazione tra noi e loro.
E non sembra proprio destinato a risolversi con grande facilità.
Perchè, ora come ora, nel duro mondo crudele succede che molte volte il pianeta dei teen-agers debba confrontarsi con problemi aggiuntivi quali la separazione dei genitori, e questo diventa un casino di proporzioni immani: la colpa è sempre da ricondurre all' egoismo degli adulti (ed in questo caso è difficile dare torto ai ragazzi) e la comunicazione, se prima era piena di problemi e criticità, a questo punto diviene praticamente impossibile.
Capita purtroppo che tuo figlio/a ti veda quasi come un estraneo, che ti saluti controvoglia o che ti consideri con lo stesso entusiasmo che si dedicherebbe alla pulizia di una scarpa che abbia appena calpestato un escremento canino.
Certo, gli amici provano a mitigare la tua amarezza di genitore incompreso dicendoti che, prima o poi, crescendo, l' adolescente capirà tutte le situazioni che in questo momento non è in grado di capire.
Però, intanto, il genitore agonizza. Si nutre di amarezze e beve le proprie stesse lacrime amare.
Ma non c' è niente da fare, funziona così.
Si passa dall' altra parte della barricata, si viene costretti dal gioco delle parti a sembrare rivali naturali dei nostri stessi figli, quando in realtà a noi sembra illogico che essi non riescano a capire quali sforzi immani facciamo noi adulti per prepararli alle difficoltà del mondo.
I genitori vengono solitamente visti come dittatori senza un briciolo di umanità, dei tiranni che passano sopra ogni forma di diritto civile ogni qual volta le idee dei poveri adolescenti non vengano pienamente approvate.
Ci sono come sempre le dovute eccezioni, però si tratta per lo più di casi fortunati in cui gli attriti sono minimi, quasi inesistenti, e l' armonia prevale su tutto il resto. Ma è dura, durissima.
C' è un grande problema di comunicazione tra noi e loro.
E non sembra proprio destinato a risolversi con grande facilità.
Perchè, ora come ora, nel duro mondo crudele succede che molte volte il pianeta dei teen-agers debba confrontarsi con problemi aggiuntivi quali la separazione dei genitori, e questo diventa un casino di proporzioni immani: la colpa è sempre da ricondurre all' egoismo degli adulti (ed in questo caso è difficile dare torto ai ragazzi) e la comunicazione, se prima era piena di problemi e criticità, a questo punto diviene praticamente impossibile.
Capita purtroppo che tuo figlio/a ti veda quasi come un estraneo, che ti saluti controvoglia o che ti consideri con lo stesso entusiasmo che si dedicherebbe alla pulizia di una scarpa che abbia appena calpestato un escremento canino.
Certo, gli amici provano a mitigare la tua amarezza di genitore incompreso dicendoti che, prima o poi, crescendo, l' adolescente capirà tutte le situazioni che in questo momento non è in grado di capire.
Però, intanto, il genitore agonizza. Si nutre di amarezze e beve le proprie stesse lacrime amare.
Ma non c' è niente da fare, funziona così.
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