Sarà che comincio a capire quella sensazione dell' "orologio biologico" di cui si parla spesso e volentieri riferendosi alle donne che provano quel senso di ansia, tensione, inadeguatezza e molto altro in riferimento al proprio desiderio di maternità non ancora appagato e che rimane una sorta di necessità biologica e spirituale da appagare. No, come sapete io ho già due meravigliose bambine (che non vedo l' ora di riabbracciare e potere stabilmente tornare a godermi da vicino) che amo e non credo che metterò al mondo altri figli, in queste condizioni di precarietà che impongono necessariamente un forte principio di prudenza.
Il mio "orologio biologico" emette un ticchettio inesorabile che riguarda il mio desiderio inappagato (e forse inappagabile) del lavoro, dei primi quarant' anni di vita in cui ci sono stati momenti professionali felici e tante, troppe ombre che mi hanno impedito di arrivare - mediante la concreta e solida base di un stipendio continuo - ad una realizzazione piena, totale, assoluta della mia esistenza.
Beh, il ticchettio è veramente fortissimo, è divenuto assordante e spero che qualcosa avvenga in positivo per fermare quelle lancette dalla rotazione sempre più veloce.
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