Forse sarebbe anche l' ora di fare luce riguardo una delle pagine più controverse ed appassionanti( sì, ma una sega) della storia europea: le celebri Guerre di Successione al trono che hanno visto contendersi il potere Asburgo e Borboni.
No, in realtà, come narrato sapientemente da un mio lontanissimo avo (Raimondo XV Duca di Kazzonia) nel corso delle sue lettere all' amico Marchese Otto Von EinZweiPolizei, la faccenda è tutt' altro che ingarbugliata come sembrerebbe proposto dai banalissimi e superati libri di testo scolastici.
La figura chiave di questo periodo fu la straordinaria principessa Vaginia Petonia di Asburgo, donna colta ed elegante, che tuttavia cadde in disgrazia dopo essere stata sorpresa a pulirsi il culo con le tendine del bagno del cardinale Dobermann di Baviera: nel corso di un' udienza privata molto importante, la nobildonna fu fatalmente colpita da una violentissima forma di diarrea e, costretta a fuggire presso la toilette, più volte fu costretta a interrompersi (non senza imbarazzo) per rispondere ai richiami fisiologici dell' organismo.
In breve consumò un intero rotolo di carta igienica e non seppe più come pulirsi, e non le rimase altra scelta che arrangiarsi con le preziose tende che ornavano il gabinetto cardinalizio.
Questo indispettì parecchio il cardinale, che perse completamente la pazienza e divenne furioso non appena scoprì che la povera principessa - con le mani ancora sporche - lo aveva disperatamente supplicato, ma lasciandogli tracce di cacca sugli indumenti color porpora.
Paonazzo di rabbia, Dobermann la fece scomunicare direttamente dal pontefice in carica all' epoca dei fatti, papa Mastino VII.
Quest' ultimo divenne famoso per le sue grandi innovazioni sia sul piano teologico che culturale, permettendo che la formazione del fantacalcio venisse diffusa anche in dialetto volgare e non più solamente in latino.
Tornando alla principessa Vaginia, scomunicata e costretta all' esilio, l' assenza di quest' ultima sul piano politico lasciò libera la strada all' ascesa di Gustavo IX, detto il "Principe Finocchio" per motivi che tuttora sfuggono alla mia comprensione.
Questi, grazie all' appoggio del pontefice che ben vedeva l' avvento di questa nuova figura rampante sul trono che fu di Carlo Magno qualche secolo addietro, beneficiò di una quantità illimitata di favori da parte della chiesa romana, compresa una fornitura illimitata di punti e buoni per la raccolta dei regali del Mulino Bianco.
A supporto del nuovo sovrano vennero anche l' enciclica "Grandi Frustoni" e la bolla papale "In Culo Veritas", che riorganizzava sul piano etico e sociale le idee che erano state seguite sino a quel momento, ponendo nuove linee guida che lasciavano intravedere dei preoccupanti scenari per tutti quegli amanti del mondo classico: gli eterosessuali vennero bollati come eretici e costretti alla fuga per evitare di finire catturati dai terribili inquisitori clericali o, peggio ancora, arrostiti a puntino sul rogo, come simpatica tradizione cattolica.
In questo contesto, molti profughi eterosessuali trovarono rifugio presso Sgualdrino III di Borbone, sovrano di Spagna, che fece leva sul forte senso di rivalsa che ancora covava sotto la cenere, dopo le forti umiliazioni subite dopo avere perso la Champion League nei quarti di finale contro i tedeschi appena l' anno precedente.
Ponendosi alla testa di un esercito forte di cinquecentomila miliziani radunatisi per difendere l' integrità del proprio deretano e rivendicare la superiorità etica della passera a scapito delle nuove pericolose derive omosessuali, Re Sgualdrino di Spagna dichiarò formalmente guerra agli Austro-Ungarici, come paladino dei diritti degli eterosessuali.
In realtà, il vero obiettivo del sovrano spagnolo era l' egemonia sulla rete commerciale europea che si garantiva l' arrivo delle migliori marche di accessori hi-tech dal Giappone e soprattutto l' accesso alla preziosissima riserva segreta di vasetti di Nutella custoditi nel palazzo reale di Berlino.
Ad ogni modo, Regno di Spagna ed Impero Austro-Ungarico diedero luogo ad una guerra lunghissima ed incerta, decenni di sanguinose battaglie portarono il vecchio continente europeo verso miseria e carestia, con sofferenze inaudite da parte della popolazione. Tutto questo finchè si giunse ad un inaspettato accordo tra le due famiglie - e, di riflesso, tra le due superpotenze europee dell' epoca - per giungere alla fine del conflitto.
Il nuovo rampollo degli Asburgo, Furbacchione II, era arrivato al trono per avere casualmente ucciso lo zio infilandogli un pugnale di venti centimetri alla schiena e poneva le basi per un clamoroso ritorno alle origini e rinnegava ogni forma di simpatia nei confronti degli omosessuali, che furono progressivamente ghettizzati e poi esiliati.
Re Furbacchione di Asburgo era una persona lungimirante ed ambiziosa e parlava di sè definendosi come "refrattario a prenderlo in culo": decise di risolvere le antiche ruggini con gli spagnoli prendendo in moglie la bellissima principessa MariaAddolorataMaInsaziabile di Siviglia per riunire sotto un' unica famiglia la guida dell' intero continente europeo.
Anche il rapporto con il papato divenne sempre più intenso, grazie alla nuova consuetudine di guardare le partite del calcio medievale e rinascimentale insieme al pontefice davanti al maxischermo (che a quei tempi consisteva semplicemente in una enorme cornice vuota, una grande finestra a cielo aperto, ma era comunque un bello sfizio per esibire gratuitamente un po' di lusso ed ignoranza gratuita), sorseggiando un aperitivo e spizzicando noccioline americane.
Nel frattempo, una volta scoperto il continente americano, si intensificarono gli scambi commerciali con le nuove colonie, e venne incrementata anche l' importazione di tegami (nel senso di troie) dalle nuove terre, al punto che i naviganti vennero sarcasticamente ribattezzati come "La Compagnia della Sifilide" in onore alla nuova tendenza.
Grandi progressi anche nel campo della tecnologia, con il grande Guttenberg che riusciva a stampare le prime riviste per adulti a caratteri mobili, mentre le illustrazioni erano ancora curate dai monaci benedettini della ValChiavona.
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