lunedì 20 febbraio 2017

NON C'E' PIU' VERGOGNA

Essendo una creatura estremamente complicata pur nella sua semplicità, una sorta di ossimoro vivente, pur cosciente e consapevole di tutte le implicazioni che questo comporta, quasi sempre cerco di capire la vita, prima ancora di viverla. Sì, non mi basta vivere. Voglio anche capire.
Poi mi guardo intorno e cerco di capire come abbia fatto a dissolversi nell' arco di appena quattro decenni un mondo meraviglioso fatto di semplicità e valori intuitivi, apparentemente immortali.
Lavando i piatti dopo il pranzo domenicale, leccandomi silenziosamente le ferite ed con il dolore straziante per la perdita di mia madre inesorabilmente ancora vivo nel petto (non è passato ancora un mese), ho avuto una sorta di lampo improvviso nella mente e nel cuore.
Una specie di illuminazione fortissima, che mi ha lasciato perplesso.
Ho realizzato che uno dei più grandi doni che mi ha lasciato mia madre è stato sicuramente il senso della "vergogna", ovvero quella sensazione fortemente autocritica ed autopunitiva che subentrava in me qualora io infrangessi una qualsiasi delle regole del buonsenso e della nostra quotidianità, fin dalla mia più tenera età.
Questo mi ha accompagnato tutta la vita e probabilmente cesserà quando anche la mia esistenza terrena verrà archiviata, però la sua presenza mi rassicura e mi conforta, essendo la sua esistenza una sorta di garanzia assoluta nei confronti del prossimo: finchè esiste il senso della vergogna - e fin tanto che viaggia sottobraccio e accompagnato ad una ferrea morale basata sul rispetto dei valori altrui - questo comporterà scientificamente che mai e poi mai potrò fare del male a qualcuno. Una sorta di sintesi delle tre leggi della robotica narrate nell' universo fantascientifico di Asimov.
Questo piccolo grande spunto di riflessione mi consente di appurare quanto si sia attenuato - ed in certi casi addirittura estinto come i Dinosauri nel Cretaceo - il senso della vergogna e del pudore minimo nella vita di oggi giorno.
A cominciare dai criminali, che non si vergognano di certo e tanto meno possano mostrare segni sinceri di un provvidenziale pentimento che porti ad una pulizia interiore della propria anima, per finire ai politici, che rappresentano in moltissimi casi una sorta di sottocategoria della precedente.
Non c' è più vergogna. E non è un semplice modo di dire.
Fateci caso anche voi...





Nessun commento:

Posta un commento