So perfettamente che la bestemmia è un peccato mortale, una pessima abitudine ed un deprecabile vizio da evitare. La blasfema usanza di accostare l' autorità divina ad ogni tipo di oggetto del regno animale - o comunque al di fuori del contesto spirituale privilegiato - rimane motivo di vergogna ed autofustigazione, anche e soprattutto da parte del sottoscritto. Mea culpa.
Io stesso me ne dolgo e, grazie ad un intenso sforzo (sotto la minaccia della mia compagna attuale) ho cancellato QUASI del tutto questa ignobile abitudine che avevo maturato dai tempi del servizio militare, quando ebbi modo di confrontarmi con esponenti delle correnti di pensiero e bestemmiatori di ogni regione d' Italia.
Ebbene, come detto, a costo di mordermi la lingua anche quando il fato sembra avverso e manifesta la propria ostilità nelle forme più odiose, tenaci e fastidiose (esempio: ti scappa la pipì quando sei al ristorante ma trovi il cartello con la scritta "guasto" e sei costretto a tenerti l' urina in gola, se non peggio), ho trovato modo di ricorrere ad una ricerca spirituale talmente profonda da elevarmi oltre una dimensione superiore, proprio abbandonando il vizio del turpiloquio.
Almeno fino a stamattina.
Quando mi sono ritrovato mio malgrado a percorrere una decina di volte le rampe di scale dal pianterreno al secondo piano, per motivi diversi ma comunque odiosi.
Al punto da sbottare ed esplodere una raffica atroce di inascoltabili blasfemità (una bestemmia per ogni gradino) dopo essermi accorto che, sotto effetto della collera, mi ero dimenticato le chiavi di casa in macchina.
E allora, anzichè prendertela con dei poveri innocenti umani (ama il prossimo tuo come te stesso, cit.) finisce che te la prendi col diretto responsabile di ciò che ti avviene. Facile prendersi lodi, canti e preghiere. Molto più impegnativo meritarsele.
Perchè grandi poteri comportano anche grandi responsabilità (cit. "Spiderman" alias "Uomo-Ragno").
Nessun commento:
Posta un commento